Molti di voi già sapranno che l’infuso di origina biologica denominato tè rosso rooibos (bevanda tipica sudafricana , in africans appunto rooibos significa cespuglio rosso), possiede proprietà antiossidanti preziose per aiutare a rallentare l’invecchiamento.
La pianta cresce in Sud Africa, tra le montagne più calde e aride ed è una delle piante della tradizione indigena.
La bevanda, è ottenuta dall’arbusto sudafricano Aspalathus linearis è diventata bevanda nazionale e, pur avendo un gusto molto simile al tè, ha il pregio di non contenere caffeina, ma di essere ricca di antiossidanti.
In particolare contiene nove diversi tipi .di flavonoidi. Tra questi sono particolarmente potenti la quercetina,la luteolina e la rutina . È stato identificato anche recentemente il flavonoide aspalatina, che non è stato ritrovato in nessun altro alimento.
Queste sostanze unite all’elevato contenuto in vitamina C del tè stesso, esplicano una significativa azione aumentando le difese antiossidanti dell’organismo e quindi rafforzando le difese dai radicali liberi in eccesso.
Il Rooibos contiene anche minerali molto importanti quali il ferro, magnesio, zinco e calcio.
Studi recentissimi della ”Cancer Association of South Africa” dimostrano che l’uso giornaliero di circa 6 tazze al giorno di questa bevanda aumenta le scorte di glutatione, antiossidante che il nostro organismo produce naturalmente, ma che produce in quantità ridotte con il progredire dell’età. In particolare, come risulta dalla ricerca della Cancer Association of South Africa la quota di glutatione ridotto può risultare aumentata del 100%.
Il glutatione è implicato nei meccanismi di disintossicazione epatica e nella prevenzione dei processi di ossidazione.
Può essere usato anche da persone che presentano intolleranze alimentari e poiché non contiene acido ossalico è indicato anche in chi soffre di calcoli.
La bevanda si prepara per infusione in acqua bollente e più a lungo si lascia infondere e riposare più antiossidanti conterrà.
Esiste anche in Sud Africa un progetto sociale che coinvolge i produttori di questo prodotto che lo raccolgono nelle coltivazioni messe a disposizione dalla chiesa locale. La popolazione locale è di colore e probabilmente deriva da schiavi liberati che si sono rifugiati in queste zone. Il 30% dei ricavi viene destinato alle persone precedentemente discriminate in base alla razza.