I dolcificanti o edulcoranti sono composti usati per rendere dolci e più gradevoli le bevande e gli alimenti a cui vengono aggiunti. Pur condividendo tutti con il saccarosio ( il comune zucchero) le capacità dolcificanti, non ne hanno in comune le proprietà nutrizionali, per cui vengono utilizzati in patologie come ad esempio il diabete, l’obesità, la carie dentale o nei regimi ipocalorici.
Vengono classificati in base a determinate caratteristiche, di cui quella fondamentale è il potere dolcificante o addolcente.
Questo è il rapporto tra la quantità di saccarosio e la quantità di dolcificante da usare per ottenere, in una determinata bevanda o cibo, la stessa intensità di sapore dolce.
Il saccarosio viene adottato come riferimento, per cui il saccarosio ha un potere dolcificante convenzionalmente uguale a 1.
Per fase un esempio, l’acesulfame ha un potere dolcificante pari a 200, ovvero al posto di 50 grammi di zucchero da cucina ne possiamo usare 0,25 grammi.
Gli edulcoranti si possono dividere in base all’origine in:
- naturali: saccarosio, miele, sciroppo d’acero, fruttosio, sorbitolo, mannitolo, stevioside
- semisintetici: aspartame
- sintetici: acesulfame k, sucralosio, ciclammato, saccarina, neoespridina
In base al potere energetico ed edulcorante in:
- calorici nutritivi: come il saccarosio, il fruttosio, lattosio, sorbitolo, mannitolo, xilitolo, con potere dolcificante uguale o inferiore e potere calorico uguale o inferiore; per chiarezza, dobbiamo precisare che lo zucchero di canna, sia grezzo che raffinato, ha le stesse calorie dello zucchero e così pure anche il fruttosio ( che però ha un potere dolcificante leggermente superiore).
- non calorici o intensivi: ad alto potere edulcorante, spesso centinaia di volte superiore allo zucchero da cucina e un potere calorico o nutrizionale trascurabile o nullo.
I dolcificanti non calorici sono considerati additivi alimentari e come tali sono sottoposti a controlli da parte degli organi preposti.
In Europa l’organo che effettua i controlli è l’European Food Safety Authority (EFSA). Esso ne stabilisce anche i livelli massimi di assunzione giornaliera, espressi in mg/kg di peso corporeo. Viene altresì stabilita la Dose Giornaliera Accettabile (DGA): questa è la quantità di sostanza che è possibile assumere quotidianamente senza avere nessun rischio di effetti avversi.
Nessuno studio ha dimostrato la cancerogenicità dei dolcificanti rimanendo al di sotto della DGA.
Miele
Prodotto dalle api ed, in misura minore, anche da altri insetti è il più antico alimento zuccherino conosciuto. Contiene glucosio e fruttosio, oltre a vitamine e sali minerali , ed ha un potere dolcificante leggermente inferiore a quello dello zucchero, così come anche il potere calorico (300 calorie per 100 g invece delle 400 dello zucchero).
Stevioside
Si tratta di un dolcificante naturale ricavato dalle foglie della Stevia Rebaudiana. Ha un potere dolcificante di 300 volte quello dello zucchero e potere calorico praticamente nullo.
Sciroppo d’acero
Si tratta del dolcificante naturale meno calorico dopo la stevia. Si ricava dalla linfa d’acero ed ha un sapore molto gradevole, oltre a contenere sali minerali ed avere proprietà depurative ed energizzanti. Il suo potere calorico è di circa 250 calorie per 100 g.
Sorbitolo (E420)
Si ricava da bacche e frutti. Ha un basso potere dolcificante (circa la metà dello zucchero) e circa la metà delle calorie dello zucchero. Ad alte dosi può avere effetti lassativi. Non se ne consiglia l’uso ai bambini piccoli.
Acesulfame K(E950)
Si tratta di una sostanza dall’alto potere dolcificante (200 volte quello del saccarosio) e potere calorico nullo, perchè non viene metabolizzato, ma escreto con le urine. Ha un retrogusto amarognolo e quindi viene usato in associazione con altri dolcificanti.
Ciclammato (E952)
Sia il ciclammato di sodio che il ciclammato di potassio hanno gusti gradevoli e potere dolcificante di circa 30 volte superiore al saccarosio. Sono utilizzati largamente in bevande e cibi light. Sono acariogeni, ovvero non favoriscono la carie dentale.
Neoesperidina (E959)
Ha un potere dolcificante 2000 volte il saccarosio, ma ha un retrogusto di liquirizia , per cui viene usata in pochi alimenti e bevande.
Riguardo ai dolcificanti sintetici e semisintetici, il consiglio è quello di usarne in quantità moderate ed abituarsi a zuccherare il meno possibile.
Fare uso di bevande zuccherate o dolcificate solo saltuariamente per non abituarsi troppo al gusto dolce.
Per quanto riguarda il fruttosio se ne sconsiglia l’uso a chi soffre di iperuricemia.
Lo zucchero è sconsigliato a chi soffre di diabete: in questo caso è consigliabile l’uso di un dolcificante a basso potere calorico come la stevia o il ciclammato, sempre limitandone le quantità.